Teatro

Gianluca Guidi: "Crisi del teatro? Ne sento parlare dagli anni Settanta"

Gianluca Guidi
Gianluca Guidi © Tommaso Le Pera

Intervista a Gianluca Guidi, di nuovo nei panni di Don Silvestro nell'evergreen "Aggiungi un posto a tavola", Teatro.it incontra l'attore che rivela: «Una donna per cui avrei perso la testa? Senza dubbio, Lauren Bacall»

Per la seconda volta, Gianluca Guidi interpreta il ruolo reso celebre sul palcoscenico da suo padre Johnny Dorelli: Don Silvestro, il prete di montagna che riceve una telefonata da Dio, in procinto di organizzare un secondo diluvio universale nella celebre commedia musicale firmata dalla ditta Garinei & GiovanniniAggiungi un posto a tavola (DATE SPETTACOLO).

“Questo ruolo è stato praticamente acquisito per usucapione dalla famiglia. Ormai indosso la tonaca anche nella vita e aspetto che i miei figli crescano per passarla a loro”
L’attore scherza sfoggiando la sua contagiosa risata, mentre ci accoglie nel suo camerino per un’intervista a tutto campo, con particolare attenzione ai punti di forza e alle debolezze della cultura teatrale nel nostro Paese.
 

Si parla ancora di crisi, soprattutto nel mondo del teatro. Da quali fattori può dipendere: spettacoli, informazione, promozione oppure la mancanza di una cultura del pubblico?
La crisi del teatro è un argomento di cui io sento parlare dagli anni Settanta: avevo tre anni e in casa mia già si parlava di crisi nel mondo del teatro. Credo che il teatro comunque sia lo specchio di ciò che avviene in un determinato momento storico: lo stesso discorso vale per gli attori, il pubblico e gli addetti ai lavori. C’è una mancanza di divulgazione teatrale, nei confronti delle nuove generazioni, da parte di coloro che ci governano, indipendentemente da chi siano. Io su Instagram seguo la Royal Shakespeare Company: loro fanno Romeo e Giulietta e chiedono agli studenti dei licei di fare delle domande sullo spettacolo, a cui il regista risponde attraverso le cosiddette “storie”. Tu prova a farlo in Italia e dimmi cosa viene fuori…
 

Gianluca Guidi


Solo una favola o c’è dell’altro? Qual è oggi il messaggio più immediato di Aggiungi un posto a tavola?
Io non sono un amante dei messaggi. A teatro si va e ognuno ritorna a casa conservando un proprio messaggio. Di questo spettacolo io so che è scritto bene, con scene e costumi che lasciano senza fiato, musiche e coreografie bellissime. Si tratta di una produzione sulla quale è stato investito molto denaro e a me, in qualità di regista, è stata lasciata carta bianca praticamente su tutto. Poi ognuno ha le proprie sensazioni ed è bene che sia così: è uno spettacolo con tante porte che si possono aprire. 

Il prossimo 17 marzo sarà insignito del “Riconoscimento nazionale Garinei & Giovannini” a Seregno, un ideale segno di continuità tra passato e presente: come si inserisce il genere della commedia musicale nel suo percorso artistico?
Non ho mai amato molto le classificazioni. Una volta c’erano gli “attori da musical”, che poi sono diventati performer. Uno è iscritto al collocamento come attore: se poi canta o addirittura balla (io no, per esempio) è ancora meglio e quindi diventa un artista eclettico. Per quanto mi riguarda, preferisco non inserirmi nel noioso dibattito “musical o commedia musicale?”: francamente, ho visto musical tutti cantati che non se ne poteva più; così come anche alcune commedie musicali che non erano all'altezza di altre. Fa parte del gioco.

Aggiungi un posto a tavola


Quale altra celebre commedia musicale di Garinei & Giovannini le piacerebbe interpretare?
Più che interpretare, forse mi piacerebbe dirigere Alleluja, brava gente.

I giovani e il teatro: come vede i nuovi performer?
Gli attori che hanno maggiore capacità espressiva nel dire le battute, cantare e fare quello che viene loro richiesto, sono quelli che escono dalle accademie istituzionali: li individui facilmente, perché sono estremamente strutturati e questo fa la differenza. Per esempio Camilla Nigro, che io ho scelto personalmente per interpretare il ruolo di Clementina, arriva dallo Stabile di Torino.

Se avesse una macchina del tempo, con quale interprete del passato vorrebbe recitare?
Lauren Bacall, senza dubbio. Io vorrei essere suo marito, come lo è stato Humphrey Bogart, perché a mio avviso era una di quelle donne per cui valeva la pena perdere la testa.


Per INFO e DATE vai alla scheda dello spettacolo: Aggiungi un posto a tavola